Ah Beppe mi persi così stupidamente. IL Passo di Founduk alias Hadjeb El Ajun è esattamente nel centro della Tunisia fra Kairouan e Sbeitla,famoso nella Seconda Guerra Mondiale per una battaglia di difesa tra l'Afrika Korps e gli anglo-americani. Niente deserto ma un area pre-desertica,una tundra africana. Percorrevo tranquillamente la strada asfaltata per il ritorno a Tunisi quando all'altezza del Passo,quasi in piano comunque,avevano costruito una diga per crearvi un bacino artificiale e la strada era interrotta,con deviazione sterrata. Probabilmente ad un certo punto devo aver cannato un bivio e mi sono ritrovato in uno sterrato in mezzo a una distesa di fichi d'india. Fra l'altro avevo previsto di fare rifornimento proprio nell'area del Passo e la benzina finì. Un caldo da matti in mezzo a questi dannati fichi d'india. Per fortuna lì vicino ho trovato una serie di casupole,visibili nella foto che ho messo quì,ma c'erano solo donne e bambini che non parlavano che solo la loro lingua,neanche il francese. Svegliarono così un vecchio che riposava per terra in una stanzetta. Lui parlava il francese,perchè aveva vissuto il periodo coloniale,e così gli spiegai la mia situazione. Mi fece cenno di seguirlo,e ci incamminammo a piedi verso dove non lo sò. Era mezzogiorno e il caldo in mezzo a quei campi era micidiale,ma lui andava più veloce di me e intanto mi raccontava degli inglesi,gli americani,gli italiani e i tedeschi che se ne dettero di santa ragione proprio in quei campi. "Les anglais,les americains,les italiens,les allemagne,ici bum bum" continuava a ripetere e io che non ce la facevo più dalla sete e il caldo. Finalmente dopo un pò che si andava verso sud,raggiungemmo la strada asfaltata,quella che avrei dovuto percorrere,e una specie di distribuitore,sembrava tutto fuorchè un distribuitore,ma la benzina c'era e questo bastava. Al ritorno volle per forza portare la tanichetta che avevo con me. Forse aveva visto che io ero cotto veramente. Arrivammo comunque alla moto e per ringraziarlo gli offrìì dei soldi ma non ne volle sapere assolutamente. Allora gli regalai la mia radiolina a transistor che mi ero portato con me per tenermi compagnia la sera e con cui seguii novantesimo minuto una domenica nell'oasi di Ksar Ghilane,in mezzo al Sahara,uno sballo! Accettò e soddisfatto se nè tornò nella stanzetta con la radio appiccicata all'orecchio smanettando nel frattempo la manopola della sintonizzazione.
Pensi che la giornata finì così? Ma niente affatto,perchè ripartito,ad un centinaio di km da Tunisi vado in una banca per cambiare un pò di soldi e lì mi accorgo di aver lasciato il passaporto nell'alberghetto di Kasserine,la mattina. Unica soluzione fù di tornare indietro,evitando però di fare la stessa strada. Come non bastasse più ritornavo verso sud-ovest e più nuvoloni minacciosi si facevano sempre più grandi e beccai in pieno un temporale africano. Un temporale africano è un altra di quelle disgrazie da evitare perchè piove a secchi d'acqua e lampi e saette da tutte le parti. Non scherzo se dico che feci gli ultimi km tra un fulmine e l'altro e guadando quelli che fino ad un minuto prima erano degli innoqui avvallamenti divenuti torrenti in piena che travolgevano la strada. Lo stupito portiere d'albergo neanche si scusò per non avermi restituito il prezioso documento quando ero andato a pagare la mattina. Anche questa è Africa.
