Una Scorpa….cciata di KM attraverso Sardegna e Corsica con la T Ride 250 F
Tutto è iniziato Venerdì 19 alle 08:00 quando, dopo un volo di soli 50 minuti da Pisa, sono atterrato all’aeroporto di Cagliari e Roberto il venditore è venuto a prendermi per portarmi nel suo garage, dove mi attendeva la Scorpa T Ride 250 F mod. 2010.
Infilato il casco prestatomi da Roberto, ho provato la moto per qualche km su asfalto e poi per qualche altro su sentiero e sterrato: Ok! Affare fatto! Sbrighiamo velocemente le pratiche di passaggio e altrettanto velocemente l’assicurazione mi invia il fax di copertura, saluto Roberto e prendo la via per Oristano dove, a metà strada, dovrei incontrarmi con Claudio il Poderosa da Lucca, per poi proseguire per Putzu Idu dove mi attende, sulla sua barca appena varata, il mio amico Tino.
Sono le 12:00, qualche km e la moto entra in riserva; mi fermo a fare benzina, fatto il pieno la moto non riparte… avevo lasciato il rubinetto in posizione riserva e si è ingolfata! Dopo vari tentativi infruttuosi con il bottone d’avviamento elettrico, alla terza pedalata riparte, Kick Starter Power! E io ho imparato che il rubinetto va chiuso durante il rifornimento.
Il termometro della moto segna 48 gradi! La strada è bellissima: a destra un fiume dall’acqua verde smeraldo, contornato da altissimi oleandri in fiore, serpeggia in un canyon di roccia rossa.
Il fiume diventa un lago artificiale e non resisto alla tentazione di uno sterrato che scende sulla riva, lo sterrato, che poi diventa sentiero, è invaso dal finocchietto selvatico alto più di 2 metri e il profumo è… rinfrescante. Faccio qualche foto al lago e riparto; alle 14 sono sotto un sole pazzesco e, nei paesi che attraverso, tutti i bar sono chiusi, anche la moto ha sete. Il termometro del liquido di raffreddamento segna 100 gradi ed io debbo azionare manualmente un interruttore che Roberto ha montato bypassando il bulbo che farebbe partire automaticamente la ventola…cosa assolutamente sbagliata! Caso mai si mette l’interruttore in parallelo al bulbo, così che parta comunque in automatico a 100 gradi ma, volendo, si possa comunque azionare la ventola anche prima dei 100 gradi.
Date le altissime temperature e la bassa velocità, che debbo tenere perché la moto al momento monta gomme tassellate da enduro, e la strada è tutta curve, finisce che devo lasciare sempre la ventola accesa.
Purtroppo non riesco, per motivi di tempo (dato che Tino mi aspetta per pranzo a Putzu Idu) a passare da Claudio (che tra l’altro sta per spostarsi dall’altra parte dell’isola), sbaglio anche strada e accumulo caldo e ritardo. Arriverò da Tino alle 16:30. Lì faremo un ottimo pranzo merenda sulla sua bella barca, un cabinato a motore progettato e costruito da lui e sua moglie Toni.
Io ne ho curato il progetto dell’impianto elettrico, compreso il sistema di ricarica a pannelli solari con centralina-scheda di controllo in bella vista…Orgoglio di babbo!
Navighiamo nel tratto di mare di fronte a Is Arenas fino a S’Archittu: il tutto funziona benissimo.
Tino, che mi ha messo in testa la Scorpa, non mancherà di provarla e mi confesserà l’intenzione di comprarsene una, dopo aver venduto il suo K 450.
Mi fermo a dormire alla casa al mare di Tino a S’Archittu; dopo una bella serata passata con questi amici gentili ospiti e veri motociclisti. Riparto il mattino dopo alla volta di S. Teresa di Gallura, dove ad attendermi ci sono i miei amici Sandro e Grazia (altri motociclisti e velisti) con la figlia Emma.
Mentre percorro la super strada n.131 detta Carlo Felice, mi accorgo che la ventola non funziona più e il raffreddamento del motore è affidato solo al vento della corsa; per fortuna mantenendo circa gli 80 kmh riesco a tenere la temperatura del radiatore attorno agli 80 gradi.
Il termometro della temperatura esterna segna sempre circa 45 gradi, sono le 13:00 e il paesaggio attorno mi ricorda gli spaghetti Western di Sergio Leone; ormai comincio ad avere anche i miraggi dalla fame e sete, ma per fortuna la scritta “trattoria”, che vedo sotto a degli eucalipti, è reale e il piatto di malloreddus che mangerò anche questo per fortuna non è un miraggio!
Passo due bellissime giornate con gli amici tra bagni di mare, gite nei dintorni, pranzi e cene con i sapori di Sardegna, ma la cosa che più mi affascina è la vista dalla loro terrazza sulle Bocche di Bonifacio, un film anzi un documentario del National Geografic…tanto che mi aspetto di veder passare i titoli di coda da un momento all’altro!
Prendo la decisione di non imbarcare ad Olbia per Livorno ma di traghettare per Bonifacio e quindi risalire la Corsica sino a Bastia per poi imbarcare per Livorno.
Nel frattempo ho capito quale è il problema alla ventola; il circuito raddrizzatore di tensione, che serve direttamente la ventola, ha fumato! Il ponte di diodi e i due condensatori sono…sciolti!
(Una volta a casa ricostruirò il circuito sovradimensionando i componenti).
Alle 11 sono a Bonifacio, dove un camion con rimorchio, stracarico, blocca la forte salita per lasciare il porto; io in moto passo, ma gli altri automobilisti dovranno attendere che il mezzo di soccorso a 8 assi traini via il camion.
Percorro il litorale ovest dell’isola passando per Figari, Sartene, Propriano; approfitto dei molti sterrati e viottoli che conosco bene e che ho percorso più volte con la nostra XT500, quindi arrivo a destinazione attraverso l’ennesimo sterrato; vengo accolto dagli amici nel campeggio che mi ha visto ospite fino a pochi giorni prima, sosta con bagno e partenza per Corte dove passerò la notte in un albergo clonato dalla ex Unione Sovietica.
Alle 8 di mattina risalgo la Valle della Restonica, che sovrasta la cittadina di Corte; la sensazione è come la prima volta… quella di essere sulle Dolomiti…magnifica!
Attraverso il Passo del Vizzavona raggiungo Bastia, compro il biglietto per il traghetto e poi impiego le 2 ore che mancano per l’imbarco a percorrere qualche decina di km avanti e indietro per il “dito” della Corsica.
Alle 18 sbarco a Livorno e, percorrendo la statale, alle 19 sono alla Spezia.
Ho percorso circa 1.000 km in buona parte su asfalto, la moto si è comportata molto bene, si è rivelata comoda e parsimoniosa nei consumi; il motore, nonostante sia concepito per le competizioni, ha 5 valvole in titanio e doppio asse a camme, è noto per affidabilità e robustezza, nella versione con carburatore Mikuni da 38mm sviluppa oltre 30 cv e gira a 13000 giri; nella versione Scorpa adotta un Dell’orto da 28mm e ha circa 25 cv e raggiunge i 12.000 giri, cambio ravvicinato, avviamento elettrico e a pedale; la ciclistica è un compromesso tra una enduro e un trial; il peso è di 90 kg, raggiunge i 120 kmh e il serbatoio contiene 7 litri.
Ora non mi resta che utilizzarla in off road per scoprirne le peculiarità.
Sperando di non avervi annoiato.
Ciao a tutti
Daniele
Una Scorpa...cciata di km in Sardegna e Corsica
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bravo Grunf, la parte più interessante del tuo viaggio sono i malloreddus, che io adoro!!!




ciao claudio
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"quando il culo tona la salute è bona..." vecchio detto lucchese...
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bella Grunf bel giro !!!!
io mi sono "accontentato" di andare da Biagio a ischia con il Tdm e con mia figlia di 7 anni bellissimo tutto e un grande grazie a Biagio, beato chi ci andrà ad ottobre
ufficial

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px 125 america 1982
laverda 125 lz elegant 1980
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