115X180 ha scritto:...comunque la storia più particolare è quella di pulce.
-Segue-
Di seguito l'avventura di
Pulce
La storia di Pulce inizia circa 15 anni fa, era giunto il momento di affiancare un cucciolo l’allora cane da caccia, in modo che imparasse a cacciare seguendo l’esempio di un cane esperto. Era fine luglio quando mio fratello trova un “allevatore” in zona che aveva una cucciolata di setter inglese, lo contatta ed il tizio gli dice che ne era rimasto solo uno, che il giorno dopo sarebbe partito per una vacanza in Sardegna di 2 settimane, e che se voleva si potevano vedere immediatamente. Stefano (mio fratello) si reca a casa del tipo e si trova davanti una situazione da denuncia, il cucciolo di setter in una scatola di legno, sporco e pieno di pulci. Il tizio tenta di accampare scuse, Stefano di rimando lo cazzia di brutto e porta via il cane. Non ho mai capito due cose: se l’ha pagato e la fine che avrebbe fatto il cucciolo il giorno dopo.
E’ stato il primo cane a cui non si è scelto il nome, Pulce era suo d’ufficio, liberato dai parassiti e finalmente trattato con amore cresce bene, e seguendo l’esempio di Whisky in tre anni diventa un ottimo cane da beccacce e lepri. Fino a quando una sera d’estate viene a cercare aiuto, arriva sotto il patio dove stavamo mangiando una pizza con degli amici, e si blocca sulle zampe. Lo stupore è generale, è gonfio in modo abnorme, testa corpo e zampe, sembra gonfiato con il compressore!
Due ore dopo è ricoverato un una clinica aperta 24 ore su 24 dove i veterinari oltre che guardalo e grattarsi la testa non sapendo che cosa fare altro non possono fare. Il giorno seguente ci comunicano che l’unica cosa certa è che è il sangue è “impazzito” e che l’unico modo per salvarlo e fare una trasfusione totale. Si offre volontaria Daffy, il pastore tedesco di mio zio, che attaccata con dei tubi a Pulce trascorre qualche ora per effettuare il cambio di sangue. L’operazione ha successo, nel giro di un giorno Pulce si sgonfia, ma i guai non finiscono, le analisi effettuate sul sangue danno un incredibile responso: il veleno è caratteristico di un tipo di tartaruga d’acqua dolce venezuelana, ed ha effetto in due modi, distrugge i globuli rossi e dove si deposita necrotizza i tessuti. La notizia ci lascia senza parole e in preda al terrore, all’epoca i miei nipoti avevano 3 e 7 anni e il giardino in cui giocavano era lo stesso dove stava Pulce. Cercando di ricostruire il comportamento del cane prima del morso arriviamo a individuare un posto dove era stato visto abbaiare ripetutamente, un ciocco di castagno con un buco che potrebbe assomigliare ad una tana. Stendiamo davanti la tana un tappeto di sabbia perfettamente lisciata con al centro una bella lattuga, la mattina successiva sulla sabbia c’erano le impronte di un animale che era uscito e rientrato nel buco, inutile dire che la lattuga era stata mangiata… TROVATO! La notte successiva altra lattuga e appostamento notturno con Stefano in compagnia di una potente torcia da accendere al momento opportuno e di una doppietta caricata con piombo 10. Passa la notte, arriva l’alba ma dell’animale misterioso nessuna traccia, solo la certezza d’aver passato una notte estiva particolarmente fredda! La notte successiva stessa storia e stesso risultato, cosi per qualche altro giorno. Andiamo a riprendere Pulce e parlando con il veterinario della tartaruga e dei vani tentativi di eliminazione emerge che probabilmente l’abbassamento di temperatura avvenuto repentinamente potrebbe aver stroncato l’animale nella tana. Per precauzione Giorgio e Valerio hanno trascorso il resto dell’estate giocando in giardino portando hai piedi stivali di gomma. Pulce per qualche giorno sembra stare bene, poi purtroppo il secondo effetto del veleno inizia a manifestarsi. Inizia dal lato destro del naso, dove con molta probabilità è stato morso, il tessuto inizia ad assumere un colore grigio, a seccarsi sino a cadere (non tutto il naso, solo la piccola parte dove era stato morso) Perde nell’ordine la coda, tutti i polpastrelli, tutte le unghie e la sacca scrotale. Non vi sto a raccontare cosa abbiamo dovuto fare per farlo tornare a camminare, e cosa deve aver sofferto lui per riuscire a camminare sulla carne viva prima che una sorta di callo di formasse al posto del polpastrello, di tutte le volte che dovevamo tirarlo fuori dai posti più assurdi dove s’infilava per la vergogna del suo stato, di quello che in seguito si doveva fare per andare a caccia con Whisky e lasciare lui a casa. Alla fine si è rassegnato. Ha accettato il suo stato, ha imparato a correre in un modo tutto particolare, è stato riportato a caccia con grandissima gioia da parte sua e commozione nostra. Ora ha 15 anni, tantissimi per un cane, un enormità per uno che ha passato tutti questi guai a cui da qualche tempo si sono aggiunti la sordità e la cataratta ad un occhio!
PS. Li raduno tutti qui: Daffy e Whisky sono morti di vecchiaia, la tartaruga è sparita dalla faccia della terra, non sappiamo e mai lo sapremo come è arrivata dentro casa nostra, la foto è di tre anni fa, i piedi di Giorgio e Valerio quell’estate hanno puzzato parecchio.
Fabrizio